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Furto al Don Bosco e...
Quanta Amarezza !
Venerdì 10 febbraio, come di consueto verso le 7,30, mi fermo al Centro don Bosco per dar da mangiare a Simba, il gatto dell’Oratorio, prima di recarmi al lavoro.
Ma appena scendo dall’auto mi accorgo che c’è qualcosa di diverso: sulla scala laterale a sinistra ci sono due lunghi travetti in metallo, mentre dall’altra parte, sulla fioriera di destra, c’è addirittura un lungo paio di cesoie.
Il primo pensiero è che sia successo qualcosa la sera prima, magari qualcosa è stato rotto:“Questi ragazzi, penso, sono stati un po’ troppo irruenti ! “
Ma poi mi accorgo che le lampade che normalmente sono attaccate al muro prima dell’ingresso, sono state divelte e penzolano malinconicamente : “Questa volta hanno decisamente esagerato !“
Giro la chiave della porta vetrata e Simba, come impaurito, schizza fuori e si ferma sulla scala miagolando : “Che c’è Simba? Anche tu stamattina sei strano”.
Entro nell’atrio e mi guardo attorno incredula: “Ma cosa è successo?”
Un odore acre di fumo nell’aria, ovunque roba per terra, mentre le mie scarpe faticano a staccarsi dal pavimento coperto da un liquido appiccicoso!
Mobili aperti, cassetti svuotati, e tutto il loro contenuto per terra cosparso da questo liquido appiccicaticcio che ha rovinato ogni cosa.
E qui sulla parete dell’ingresso addirittura un buco nel muro!
La direzione, la cucina, il bar…. Faccio fatica a realizzare che nottetempo qualcuno è entrato e non solo ha sottratto i soldi che avevamo raccolto per i terremotati del centro Italia e quelli delle offerte per la gestione dell’Oratorio, ma hanno deliberatamente distrutto, sporcato e rovinato ovunque.
La sensazione immediata è quella di incredulità mista ad una rabbia crescente: in oltre 25 anni di attività l’Oratorio è sempre stato un luogo sicuro ed accogliente per tutti, un luogo che non ha mai avuto bisogno di sbarre alle finestre o di porte blindate, poiché è sempre stata la casa di tutti coloro che volevano condividere la filosofia di accoglienza di don Bosco, nel rispetto umano e cristiano.
Il CdB, come lo chiamano i nostri ragazzi, si pone come centro educativo e di integrazione, come posto privilegiato per trovare un amico, per avere una mano o semplicemente per stare insieme.
Salgo le scale, ed anche qui porte rotte, mobili sventrati e ovunque liquido appiccicaticcio versato deliberatamente sul pavimento, sui mobili e dentro i mobili, quasi in spregio verso coloro che contribuiscono al mantenimento ed al funzionamento dell’Oratorio.
Salgo ancora ed arrivo in Cappella: sono entrati anche qui!
Guardo il Crocefisso con le braccia aperte in segno di accoglienza ed amore verso tutti…
Non è facile scacciare questo sentimento di rabbia che vorrebbe risposte e giusta vendetta… Ma non è questo che sostiene l’attività dell’Oratorio! Non è questo che i ragazzi respirano e vivono al CdB!
Lentamente, mentre scendo le scale e cerco il cellulare per avvisare don Giorgio ed Eleonora, realizzo che l’Oratorio non può cambiare il motivo per cui è nato e che questa deve essere la risposta, perché i nostri bambini e i nostri ragazzi meritano di avere questa casa accogliente che si chiama Oratorio, anche se nel cuore ho tanta Amarezza!
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