Testimonianza dall’Africa di una giovane di San Felice

È tutto inutile: per quanti sforzi si possano fare, non si riesce mai a realizzare veramente
quanto il mondo possa essere diverso, anche ad una manciata di ore di viaggio di
distanza.

Non lo immaginavo nemmeno io quando, ad ottobre, insieme ad una mia
amica, ho raggiunto la missione di Matany in Uganda, grazie ad un progetto sostenuto dalla
Facoltà di Medicina e Chirurgia di Modena, dove studio, e dall’associazione onlus “Aiutiamo
il mondo di padre Marco”.

La cosa che più mi ha sconcertata durante il nostro soggiorno,
in cui abbiamo frequentato l’ospedale locale e vissuto con i missionari, è
come la stessa popolazione ignori quei diritti inalienabili che per noi
sono quasi diventati consuetudine: il diritto all’istruzione, alla salute,
alla famiglia, alla libertà... alla vita.

È la loro stessa passività nei confronti del mondo che li lascia totalmente in balia
degli eventi, incapaci di lottare per tutto ciò che noi consideriamo parte integrante
dell’essere persona.

Dopo tanti anni di duro lavoro, però, l’opera di padre Marco, suor
Rosaria, e di tutti gli altri missionari comboniani che vivono a Matany, sta cambiando
le cose: grazie alla loro profonda umanità, e al loro esempio, che fedelmente rispecchia
tutti gli ideali cristiani, questo popolo sta cominciando a prendere coscienza di se
stesso, e a lavorare per il proprio benessere e per quello delle generazioni future.

Spero dunque con il cuore di poter tornare laggiù, un giorno, per vedere i bambini di
oggi, diventati adulti, lottare insieme per il valore in assoluto più importante: la vita.

Lisa Montanari

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